Un angolo sperduto del Peloponneso in Grecia, la zona del Mani (nota per le sue casa-forti), il villaggio di Kardamili, un sentiero che risale i contrafforti della catena montuosa del Taigeto e una chiesa bizantina in mezzo al massiccio. Questo è lo sfondo di una storia che vede coinvolti i due più grandi scrittori inglesi di viaggio, Bruce Chatwin e Patrick Leigh Fermor. Bruce Chatwin, l’autore de In Patagonia, muore nel 1989 all’età di 48 anni. La moglie Elizabeth Chanler con le ceneri del marito si reca a kardamili affinchè l’amico Fermor provveda a seppellirle in quel luogo tanto amato da entrambi ed in segreto. Fermor, autore di Mani, morirà a 96 anni nel 2011, greco più dei greci, con casa a Kardamili, salirà con la pala e le ceneri dell’amico verso il Taigeto. Il luogo esatto delle ceneri di Chatwin alla base di un ulivo sono sconosciute mentre la chiesa Bizantina e l’uliveto sono conosciuti e raggiungibili verso Exociori a piedi. Un sentiero non sempre evidente e facile da individuare, ma notevole per lo sviluppo e l’ambiente che lo circonda, e consente di ripercorrere “l’ultimo viaggio dello scrittore”. Raggiunta dal mare la “vecchia Kardamili” il sentiero segue le indicazioni per la chiesa di Agia Sofia passando a sinistra di una cappella e lambendo quelle che la leggenda vuole siamo state le tombe di Castore e Polluce, i fratelli
di Elena di Troia. Si supera una sterrata e si raggiunge Agia Sofia, primo spendido belvedere sulla baia e sul paesaggio mediterraneo. Colori e profumi si mischiano in questo luogo e, con le spalle alla chiesa, si continua verso alcune case e si segue la strada principale fino a quando inizia la discesa. Si prende sulla destra (salendo) un sentiero tra pietre e Ulivi che supera un paio di piccole chiesette, oggetto di pellegrinaggio dei locali, e sempre in salita si incrocia una sterrata che si segue fino ad un’ampia curva (in alto si può intravvedere la famosa chiesa bizantina). Si abbandona la strada e si prende il sentiero tra due recinzioni e svoltando a destra si raggiunge una casa (siamo a Exociori) con appoggiata una pietra da macina. Ora spetta all’escursionista trovare gli ultimi metri per raggiungere il luogo. Raggiunta la chiesa Bizantina con il suo centenario uliveto, il paesaggio è
imponente. Il Taigeto “srotola” tutta la sua maestosità dalla cima al mare con ampie valli e boschi e con i cipressi che Chatwin chiamava “matitine”. Una sosta contemplativa di rito in questo luogo carico di storia e un saluto a Chatwin prima di ridiscendere verso il mare.